mercoledì 21 marzo 2018

Luca Mazzola: pratica e studio dell'allenamento


Abbiamo oggi il piacere di avere ospite sul nostro blog Luca Mazzola. Atleta che dopo i buoni trascorsi agonistici, in particolare nei cross, ha deciso di dedicarsi allo studio finalizzato all'allenamento dell'atletica leggera.
Qui trovate il suo profilo fidal aggiornato: Luca Mazzola

PRESENTAZIONE
Sono Luca Mazzola, ho 24 anni e sono senior maschile. Sono di Rovereto (prov. Trento).

Fino all'anno scorso ho gareggiato per la società Lagarina Crus Team, squadra nella quale sono cresciuto, da quest'anno invece sono passato alla società S.N.D nuotatori trentini.
Questa è una società di nuoto che però da quest'anno si è iscritta anche alla Fidal, volendo iniziare un percorso anche presso questa federazione. Oltre che atleta sono anche istruttore Fidal di questa società.

 Il mio ex allenatore è Claudio Pedri allenatore del Lagarina Crus team, però è ormai da un paio d'anni che mi sto allenando in completa autonomia. 

Ho iniziato a correre fin da piccolo, frequentando una triade di gare di cross di "bassa lega" (credo che non fossero nemmeno CSI) qui in regione. All'inizio la mia attività sportiva si divideva fra calcio e atletica poi però con il passaggio alle superiori ho scelto di continuare solamente con l'atletica. 

In questo momento, sto ultimando la magistrale in scienze motorie, più precisamente "Scienze dello Sport".
Inoltre sto cercando di tenermi aggiornato con tutto ciò che riguarda la metodologia d'allenamento, frequentando seminari e corsi (e ovviamente studiando dai libri/motori di ricerca). Ad aprile dell'anno scorso sono stato a Desenzano al corso organizzato dal IlCoach "allenare la velocità teoria e pratica della scuola U.S.A" con relatori Alessandro Vigo e Flavio di Giorgio, ad ottobre sono stato al IFAC 2018 tenutesi a Formia, e infine a novembre a Trevigliato al corso organizzato sempre da IlCoach con relatore Carlo Buzzichelli " corso sull'allenamento della forza in atletica leggera velocità e salti".




Ci dicevi di ritenerti ormai più proiettato verso il mondo dell'allenamento piuttosto che nell'essere puramente atleta. A tal proposito hai già allenato qualcuno e in quale specialità?

Ho avuto la fortuna (e la sfortuna per i miei ex atleti), di incominciare allenando alcuni velocisti (specialisti nei 100-200-400) e quindi ad approciarmi per la prima volta al mondo della velocità. Inoltre, successivamente, ho allenato alcuni atleti di endurance che competevano nei trail. 


Interessante, approfondiamo. Qual è, o anche quale sarà, la tua "filosofia" generale di allenamento?

Credo che sia difficile avere ben definita una filosofia d'allenamento, dato che sto ancora costruendo le mie basi di conoscenze e perciò questa risulta in continua mutazione. 
Tuttavia, credo che sia fondamentale una visione a lungo termine dell'atleta per il suo corretto sviluppo atletico, con un maggiore carico d'allenamento generale nella prima parte e più specialistico nella seconda parte di carriera (da atleta maturo).


A questo punto ti chiedo di farci qualche esempio più dettagliato, ipotizzando una programmazione annuale e pluriennale: come imposteresti la crescita di un giovane atleta a breve e a lungo termine?

Ad esempio:
ragazzo--> multilateralità, sviluppo capacità coordinative 
cadetto--> multidisciplinarietà / sviluppo cap. coordinative/sviluppo cap. condizionali 

Si ha in questa fase una prima distinzione dei ragazzi (es. velocisti o resistenti) e si effettuano allenamenti mirati per gruppo di discipline: se ho un futuro centometrista non gli farò fare allenamenti da mezzofondista, ma sicuramente lo allenerò facendogli fare anche gare di lungo/alto. 
Insomma, dividerli fra discipline di potenza e resistenza. 

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Allievo--> sviluppo cap.condizionali/ e prima specializzazione. Velocisti faranno i 100-200-400 metri; mezzofondisti 800-1500-3000-2000siepi, saltatori alto-lungo-triplo-asta ecc..
Junior--> sviluppo cap.condizionali e specializzazione verso una disciplina.

Più specificamente, per quanto riguarda il settore mezzofondo, un adeguato chilometraggio settimanale di base, una cura particolare della forza e la sollecitudine del sistema neuromuscolare (da non confondere con il sistema lattacido) è indispensabile per la crescita sana di un giovane mezzofondista (per giovane intendo allievo). 

Mi ricordo di quando ero un under18 e allenamenti di lunga durata come variazioni, lunghi, corse collinari mi fornivano già un buon supporto aerobico per eccellere nel periodo invernale nei cross dove raggiungevo posizioni da top 5 nei campionati italiani.
Dopo aver raggiunto una buona base, l'allenamento può slittare verso le prove ripetute che, a mio parere, da giovani debbano essere "marginali" e non eseguite in maniera continuativa per tutto l'anno. Ma queste sono mie supposizioni e le dovrò sperimentare sul campo. Insomma, l'idea è che se da senior dovrai fare X, da giovane devi fare Y. Credo infatti che una ripetitività negli stimoli d'allenamento porti a lungo termine ad un plateau nella prestazione. 

Un esempio (spero chiarificatore su ciò che voglio esprimere): 
se da allievo fai ripetute sui 1000m e da senior fai ripetute ancora sui 1000 metri (per sviluppare la soglia anaerobica, 4mmol di lattato) non basta solo aumentare la quantità o la qualità di queste perchè l'organismo si è abituato allo stimolo e quindi bisogna cambiare mezzo d'allenamento. 
Ma se da giovane non ti sei sfondato di prove ripetute ma hai sviluppato la soglia anaerobica con altri stimoli (da giovane si migliora facendo qualsiasi cosa, chiaramente con criterio) da senior puoi utilizzare un maggior numero di strumenti allenanti per il training!


Dunque, cosa deve aspettarsi un atleta da te e cosa ti aspetti tu dall'atleta?

L'atleta da un allenatore deve aspettarsi il massimo. 
Infatti spesso ci si dimentica che si ha fra le mani i sogni e le speranze di una persona e se non si è adeguatamente preparati si rischia di rovinare il ragazzo e d'impedirgli di raggiungere i propri obiettivi. Io credo che sia inconcepibile che un atleta per emergere debba avere talento e la FORTUNA di capitare nelle mani di un allenatore capace. 

L'atleta, d'altro canto, deve riconoscere l'impegno dell'allenatore e a sua volta dare il massimo, ma questo duo (allenatore-atleta) va costruito con il tempo e, anche se sembrerà strano, con il raggiungimento di determinati risultati. 


Cosa ne pensi degli ultimi risultati degli italiani alle manifestazioni internazionali? Può esserci ancora speranza per gli europei dinanzi allo strapotere africano nel mezzofondo e nel fondo?

Diciamo che purtroppo l'Italia non sta passando uno dei suoi momenti di massimo splendore nelle specialità dell' atletica. Si è parlato molto di colpe dopo ogni manifestazione "fallita" dai nostri azzurri ma credo che la colpa non sia dei singoli atleti, ma di un sistema sport che in Italia deve essere rifondato. 

In questo momento l'Africa nelle competizioni di mezzofondo è nettamente avanti rispetto ai paesi europei, con qualche incursione europea nelle principali manifestazioni. 
Credo che questo dipenda anche dalla cultura, tradizione ed investimenti che una nazione fa per un determinato sport. In Kenya il principale sport è la corsa e di conseguenza avranno risultati ecclatanti in quella disciplina visto anche la numerosa partecipazione che si avrà da parte della popolazione. 

Nei paesi europei ci sono una varietà di sport "principali" perciò il bacino di persone a cui l'atletica può attingere è minore. Questa deve essere una scusa? assolutamente no! Se non possiamo competere con il Kenya per i grandi numeri, lo dobbiamo fare con la qualità dell' educazione sportiva che diamo ai nostri figli affinchè loro possano diventare futuri campioni. Ma purtroppo nei paesi occidentali si assiste ad un crollo sportivo generale (dovuto a molteplici fattori) ed a un incremento dell' obesità. 
Insomma se un bambino non fa attività motoria tutti i giorni (per diventare sano e forte) come potremmo solo pensare che potrà competere in futuro in uno sport?

Vorrei inoltre segnalare due atleti Julian Wanders e Sondren Moen due europei che si sono trasferiti in pianta stabile in Africa per raggiungere i loro obiettivi agonistici e diventare più forti. Risultato? 1h00.09 di PB sulla mezzamaratona per il primo e record europeo sulla maratona 2h06' per il secondo.
Insomma il futuro per il mezzofondo europeo esiste ma bisogna investire sull' educazione sportiva (per le nuove generazioni) e investire poi sulle persone dotate affinchè loro possano esprimere il loro massimo potenziale. 


Sono d'accordo con te. Ma, a questo punto, che suggerimento ti sentiresti di dare a chi si sta avvicinando all'atletica, soprattuto se è giovane?

Questo dipende da situazione a situazione. Direi d'investire su se stesso. 
Se è un atleta promettente e vuole diventare pro direi di fare scelte coraggiose e di provarci fino in fondo. Questo vuol dire andare dall'allenatore più competente, nelle strutture più consone e nel team migliore. 

Vorrei ricordare che oggi abbiamo la fortuna d'avere mezzi di comunicazione che ci permettono d' essere in un giorno dall'altra parte del mondo. 
Questo dovrebbe farci capire che un atleta può "emigrare" da una parte d'Italia all'altra se è convinto d'allenarsi con un determinato allenatore o team. 

Comunque questi sono discorsi complessi che coinvolgono più persone oltre all'atleta. Però ci sono casi in Italia dove determinati atleti hanno sentito la necessità di dover cambiare "drasticamente" ambiente d'allenamento e allenatore e si sono trasferiti in altre città conquistando successivamente buoni risultati. A questi atleti va tolto tanto di capello e va emulata la loro determinazione.  


 Le tue prospettive per il futuro a breve e lungo termine. 

Le prospettive sono quelle di finire l'università entro il prossimo anno. 
Successivamente ci sarà una serie di corsi e tirocini che dovrò affrontare per diventare più competente nel campo della preparazione fisica. Molti grandi allenatori hanno avuto esperienze estere di tirocinio, credo che dunque quella sia la strada da seguire. 




 


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