mercoledì 25 luglio 2018

Giuseppe Leonardi: atletica è vita


Oggi sul blog abbiamo come graditissimo ospite Giuseppe Leonardi, giovane 400ista della nazionale, titolare nel quartetto che si è di recente imposto ai Giochi del Mediterraneo. 

Qui trovate anche il suo profilo FIDAL con i risultati agonistici aggiornati. 
Buona lettura. 




PRESENTAZIONE
Ho 21 anni, sono nato il 31 luglio 1996 quindi sono all'ultimo anno promesse, sono nato a Catania e al momento il mio lavoro è il mio sport, grazie al gruppo sportivo dell'arma dei carabinieri.
Al momento non studio proprio perché voglio dedicare tutte le mie energie all'atletica.
La mia società è il gruppo sportivo dei carabinieri, ma sono iscritto anche a una società civile, ovvero l'A.S.D Enterprise di Benevento.

Il mio allenatore/mentore, è il professore Filippo Dimulo, al momento mi alleno con altri atleti come Andrea Sardo, Riccardo Nania, Matteo Milazzo, Gabriele Guarrera e Alessia Carpinteri.

Ho iniziato a fare Atletica quando avevo all'incirca 10 anni, nella mia vita ho provato molti sport, sono sempre stato portato per lo sport, qualsiasi cosa facevo, riuscivo a portare medaglie anche se la svolta la ebbi dopo aver giocato a calcio, li capì che dovevo correre, giocavo in difesa, ero il più veloce e resistente, non solo della mia squadra, ma di chiunque mi si poneva contro, non ero molto tecnico con la palla, ma correvo senza stancarmi, quindi anche sotto l'influenza (positiva) di mia mamma che ha avuto un passato come atleta, ho deciso di provare anche l'atletica, sono e sono stato agonista fin da quando ero bambino, amavo gareggiare e mettermi in competizione ed è il motivo per cui io con l'atletica ho raggiunto il mio mondo, dato che dipendeva tutto e solo da me, dalle mie capacità, amavo l'idea di poter vincere contando solo su me stesso.

Voglio aggiungere inoltre che fin da piccolo sogno le olimpiadi, è stato sempre il mio sogno, mi ricordo che da piccolo, quando avevo circa 7 anni se non più piccolo, trovai una cassetta in bianco e nero dove facevano vedere le olimpiadi ( non ricordo quali) e da lì, mi innamorai.





Hai detto che al tempo in cui giocavi a calcio eri non solo veloce ma anche resistente. Come ti sei successivamente avvicinato alla velocità? 

Si è vero, da ragazzo 2º anno feci 2.52 sui 1000 all’arena di Milano, purtroppo quel giorno non funzionó il cronometraggio elettrico e non fu mai ufficializzato, ero forte pure nel salto in lungo, avevo quasi 5 metri sempre da ragazzo facendo una sola gara, al primo salto, però le distanze lunghe non mi piacevano, sognavo la velocità, insistetti così tanto che gli dissi all’allenatore di quei tempi che se avessi continuato a fare allenamento lunghi, per fare lunghe, avrei lasciato l’atletica, e da lì feci la prima gara sui 300, senza allenamento, feci da cadetto un discreto 38, non male, però mi piaceva, chiusi da cadetto con 36 spiccioli.

Ero allievo 1º anno quando mi trasferì a Catania, dove per caso incontrai il professor Filippo Di Mulo, ed è lì, che ha realmente inizio la mia carriera da velocista.


Come si è evoluto il tuo allenamento negli anni?

Il mio allenamento si può dire che inizia con il professor Di Mulo, da allievo secondo anno, ovviamente tutto per grado, più cresco più l’allenamento diventa intenso, premetto che non ho mai avuto possibilità di fare palestra, per un motivo o per l’altro non ho mai avuto continuità, questo potrebbe essere il primo anno. 


E il prof. Di Mulo, in generale, come ha strutturato l’allenamento che ti ha consentito di arrivare all’attuale ottimo livello? A mo’ di esempio, ci puoi descrivere una settimana tipica di allenamento in inverno e in primavera?     

Per lo più è palestra + tecnica di corsa nei giorni dispari, lavoro lattacido martedi, giovedì, sabato, poi dipende anche dalla stagione, magari in questo periodo si fanno dei lavori un po’ più veloci, mentre di inverno un po’ più lunghi.

Estate: Rifinitura, lavoro di qualità, meno prove lunghe, più prove veloci, meno quantità di lavoro + qualità di lavoro.

Inverno: lavori lunghi, più prove, meno qualità, ad es: 10x300 1’ di recupero


Quali sono le sessioni di allenamento più difficili e qual è stato l'allenamento più duro fatto in vita tua?

Le sessioni di allenamento più difficili sono senza dubbio le piramidali. 
100-150-200-300-400-400-300-200-150-100
(Bambini non fatelo a casa)

L’allenamento più duro.... sono decisamente quelli lattacidi dove ho vomitato (sarà capitato 2 volte nella mia carriera) non ricordo il lavoro specifico, mi pare che erano 8 prove e si chiudeva con un 200, dove chiusi in 21.50 


Da quest’anno hai detto che finalmente stai lavorando con continuità in palestra. Su che carichi e su quale tipologia di esercizi ti sei orientato? 

Si ho fatto palestra rispetto agli altri anni, ma ancora c’è qualcosa da sistemare dato che ho problemi con il bilanciere, ancora devo capire bene la tecnica, quindi in sostituzione del bilanciere sto andando avanti con la pressa, al momento sono 8 ripetizioni x6 serie con 300Kg seguiti in contrasto dal mezzo squat su un arto.
Sto facendo anche molti esercizi per la stabilità dell’addome integrando il trx su molti di questi.


Qual è il ricordo più bello e quello più brutto che hai avuto con questo sport finora? 

Il ricordo più bello  quello più brutto per me sono gli stessi, vanno di pari passo, perché le più grandi lezioni di vita me le ha date e me le sta continuando a dare l’atletica.

Campionati italiani Allievi 2º anno Jesolo 2013:
Mi sono presentato come il migliore della stagione, sicuro di vincere, ho peccato di presunzione, talmente tanta che non mi allenai per 2 mesi, decisi di farmi l’estate... bell’errore, la convinzione mi fece arrivare 4º in quella gara, fu l’unica volta che mi misi a piangere per l’atletica ero deluso nei confronti di me stesso, perché avevo fatto una cazzata. 

Tornai a Catania deluso ma con tanta voglia di rimettermi in pista, mi arrivò lo stesso la convocazione per il Brasile, c’erano le gymnasiadi, appena saputo della convocazione gli dissi al prof Di Mulo “non mi interessa se dovrò sputare l’anima, voglio arrivare li e fare il personale“  il mio personale era di 48.10, avevo a disposizione solo un mese di allenamento prima di quella competizione.
Arrivai in Brasile sicuro di me, mi sentivo il fuoco dentro, Arrivai 3º con 47.46, questa fu una grande lezione di vita per me, gli allenamenti e la voglia di migliorarmi, di rifarmi dalla brutta figura fatta a Jesolo mi fecero scendere di mezzo secondo nel giro di un mese.

Ma il ricordo più bello/brutto che ho in assoluto, fu quando mi dovetti fermare per un anno e mezzo (proprio dopo il Brasile) a causa di un infortunio di cui non si capiva la natura, ero incazzato perché non riuscivo a trovare una soluzione, in quanto il problema non si trovava, i fisioterapisti pensavano fosse dovuto alla schiena, mi ricordo che la mia famiglia spese circa 3000€ nel giro di 3 mesi, senza venirne a capo.

Fino a quando andai a Milano, dal dottor Combi, dove mi fecero una risonanza e mi trovarono un Tumore Benigno nella fascia ischio-pubica, che non solo mi bloccava l’anca me la fratturó proprio...mi operai quasi subito, ma dovetti stare altro tempo fermo, per un totale di 1 anno e mezzo, mi presentai l’anno dopo ai campionati italiani dove le persone non sapevano neanche chi ero, non ero assolutamente il favorito, ma non mi importava, avevo voglia di vincere.

Mi ricordo che avevo ansia, molta ansia, prima della gara.
Mi posiziono sui blocchi, aspetto che lo starter spari pronto a mangiarmi la pista.
La gara parte, i primi 50 M parto decontratto, fino ai 250M dove il mio avversario (Leonardo Vanzo) mi supera, ed è li che faccio il cambio di ritmo, gli ultimi 100M sono stati spalla a spalla, fino a quando, forse, ho uscito quel qualcosa in più che mi ha dato la spinta gli ultimi 20 metri.
Vinsi di tenacia quella gara.
Questo forse è il ricordo più bello che ho.




E nel mare di lattato riesci anche a curare la velocità pura? Tipo 60mt? 

Si, assolutamente, in particolare quest’anno sono migliorato sulla velocità pura, difatti sono migliorato anche nei 200, a prima uscita ho fatto 21.48 in 1º corsia con -1.8 di vento contro 


In Italia c'è un bel gruppo di 400isti di alto livello oltre a te (Davide Re, Vladimir Aceti, Daniele Corsa, Marco Lorenzi etc.), come vivete il confronto con gli atleti di altre nazioni? Pensate che, a livello assoluto, l’Italia potrà in futuro ritagliarsi un suo spazio sia in individuale che in staffetta?

Ma si dai, bisogna essere positivi, individualmente al momento è difficile, più che altro basta guardare la scorsa olimpiade dove in finale si entrava con sotto i 44’ ma con la staffetta possiamo decisamente fare grandi cose, a partire dal record italiano.


C’è qualcosa che invidi a un tuo collega atleta e qualcosa che invece loro invidiano a te?

Non ho mai provato invidia per nessuno, anzi, le persone sono sempre state spunto per migliorarmi, se io faccio invidia... mhh non lo so ma spero proprio di no dai.  


Prospettive e obiettivi per il futuro

Il mio sogno è sempre stato quello di poter partecipare a un olimpiade, io darò tutto me stesso per poterlo coronare, io ce la farò. 


Se vuoi salutare qualcuno o lanciare un messaggio in particolare è questo il momento giusto per farlo. 

Saluto  la mia famiglia che mi è sempre stata vicino, tutta la mia famiglia e questa la dedico a mio nonno che mi seguiva nelle gare fin da piccolo, è stato il mio più grande sostenitore insieme a mio papà, mamma e fratello, lo ringrazio di cuore perché lui è stata una delle persone che mi ha spinto sempre a voler fare di più (basti pensare che da piccolo facevo le gare per il via letto con lui). 
Anche ora che sta lottando con una brutta malattia quando mi vede mi abbraccia e mi rende orgoglioso di avere un nonno così, anche se sta male lui si fa vedere “in forma” per non farmi sentire giù: "nonno ti voglio un mondo di bene e ti auguro che tu possa guarire il prima possibile, così torniamo a correre insieme".

Il messaggio che voglio dedicare è che se hai un sogno non importi limiti, nulla è impossibile, fai di tutto per raggiungerlo, isolati dal mondo esterno, da chi ti giudica o prova a bloccarti, da chi ti mette dei paletti mentali, se hai una possibilità, sfruttala, anche se sbagli, almeno potrai dire di averci provato: 

“preferisco sparare e mancare il colpo piuttosto che non sparare affatto” 








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